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Joseph Fesch

Jules Pasqualini, Ritratto del Cardinale Fesch. Ajaccio, Museo Fesch
Jules Pasqualini, Ritratto del Cardinale Fesch. Ajaccio, Museo Fesch

Joseph Fesch (Ajaccio, 3 gennaio 1763-Roma, 13 maggio 1839) nacque da François Fesch, capitano svizzero al servizio della Repubblica di Genova, e Angela-Maria Pietrasanta, la vedova di Giovanni-Geronimo Remolino che 13 anni prima, nel 1750, aveva dato alla luce Letizia, futura madre di Napoleone.
Il fratello uterino di Letizia, zio di colui che diverrà Imperatore, diventò prete prima dello scoppio della Rivoluzione Francese, in seguito alla quale aderisce alla Costituzione Civile del Clero per poi rinunciare all’abito talare e seguire il nipote nella Prima Campagna d’Italia come Commissario dell’esercito francese. Dopo il concordato tra Napoleone e Pio VII del 1801, rientrò nella Chiesa divenendo prima arcivescovo di Lione e poi cardinale di San Lorenzo in Lucina, oltre che ambasciatore francese a Roma: con questo ruolo negoziò e ottenne la presenza di Pio VII all’incoronazione imperiale di Napoleone a Parigi del 2 dicembre 1804 e preparò l’incoronazione milanese come Re d’Italia avvenuta nel 1805.
L’appoggio incondizionato alla politica del nipote gli fece ottenere la carica di Gran Cappellano dell’Impero di Francia, ma quando le tensioni tra Napoleone e il papa portarono alla rottura dei rapporti, Joseph Fesch si schierò dalla parte del papato perdendo così tutti i benefici. Esiliato a Roma nel 1814, prese residenza a Palazzo Falconieri grazie alla magnanimità di Pio VII e trascorse il resto della vita dedicandosi all’arte e alla benificenza.
Sempre legato alla propria città natale, di cui era stato arcidiacono prima della Rivoluzione Francese, rivolse verso di essa le proprie attenzioni con numerose opere di carità e la costituzione di una sorta di moderno centro studi, Palazzo Fesch, che alla sua morte, nel 1839, accoglierà la straordinaria collezione di opere d’arte del cardinale.